Pokémon Spada e Scudo: se son Rose fioriranno

L’arrivo di Spada e Scudo segna un traguardo particolare per il franchise di Pokémon. Per la prima volta un gioco della serie principale dei mostriciattoli di Satoshi Tajiri arriva infatti su una console fissa (o quasi). Forse anche per questo, per l’idea di giocare Pokémon sul televisore di casa, per noi l’attesa è stata diversa dal solito. E non in senso positivo.

La coppia di giochi di Ottava Generazione ha fatto penare non poco gli appassionati. Una controversia dopo l’altra si è scatenata verso i nuovi titoli, rendendo l’arrivo dei leggendari Zacian e Zamazenta insolitamente gelido. Ne avevamo parlato, lamentando la tendenza dei giocatori a valutare il titolo basandosi sugli spoiler e sui trailer, prima ancora di averlo provato. Avevamo lanciato strali contro le minacce a Junichi Masuda, e seguito ogni singola novità per cercare di capire cosa avremmo visto.

Il risultato? Quello di un buon gioco Pokémon, ancora una volta vissuto su quel confine tra innovazione e tradizione. Un gioco piacevole, che abbiamo giocato (e stiamo tuttora giocando) con gusto. Aiutati anche da una colonna sonora ispirata come poche volte era capitato nella saga. Molto rumore per nulla, quindi? No, in effetti qualche lato meno positivo c’è. Ma se queste pecche davvero bastano per scatenare il putiferio nato attorno ai giochi, forse il fandom di Pokèmon deve imparare a rivedere le proprie priorità.

Sarà anche vero che le Gare Pokémon non sono tornate in Spada e Scudo. Che il sistema del Dynamax sembra partorito solo per trovare una nuova forma da dare a Pikachu, Eeevee e Charizard, il trio di mostriciattoli più raccomandati della storia. E che la grafica presenta dei punti rivedibili, specie considerato che le potenzialità di Switch appaiono altre.

Ma Pokèmon con Spada e Scudo sta crescendo. E lo fa gettando le basi di quella che potrebbe essere la nuova linea del franchise, già nei prossimi anni.

La Spada e lo Scudo della nuova generazione Pokémon

Spada e Scudo, già dai primi minuti di gioco, sembrano volersi presentare come una netta cesura verso il passato. Non veniamo più accolti nel mondo dei Pokémon dal Professore di turno (Professoressa in questo caso) ma dal Presidente della Lega in persona, Mr. Rose.

Dopo il breve filmato introduttivo (in cui possiamo vedere la nuova forma Gigamax di Charizard, nel caso qualcuno si fosse perso tutto il materiale promozionale) veniamo catapultati a Furlongham, dove il nostro vicino di casa Hop ci svela che suo fratello Dandel, l’imbattuto Campione della Lega Pokémon, sta tornando nella città natale.

Sarà proprio Dandel ad assegnarci il nostro starter, facendoci scegliere tra Grookey, Scorbunny e Sobble. Le prime fasi di gioco si mostrano subito piuttosto veloci. Il Campione ci chiederà di diventare il rivale del fratello, in modo da aiutarlo nel suo percorso di crescita verso la rincorsa al titolo. Per tale motivo sarà proprio lui a fornirci le referenze necessarie per diventare degli Sfidapalestre, allenatori riconosciuti che si dovranno confrontare con gli otto Capipalestra della regione.

Dietro questo nostro viaggio per la gloria sembra però nascondersi ben altro. Il nostro incontro con un misterioso Pokémon nel Bosco Ammantato (il leggendario di copertina) spingerà la nipote della Professoressa Flora, la giovane Sonia, a indagare sui miti della regione. Miti che sembrano legati al fenomeno del Dynamax, sfruttato da Rose per rendere celebri in tutto il mondo le lotte della sua Lega.

Nella nostra strada verso il titolo dovremo non solo affrontare le Palestre, ma anche difenderci dagli attacchi del Team Yell, veri e propri hooligans dell’allenatrice Mary, e di Beet, misterioso e arrogante allenatore sponsorizzato dal presidente Rose.

Pokemon Spada Scudo

Saluti britannici

Prima di addentrarci in maniera specifica nelle caratteristiche del gioco vorremmo soffermarci un momento sulla regione di Galar. Il luogo in cui si svolgono le vicende di un gioco Pokémon è diventato progressivamente uno dei punti fondamentali per l’apprezzamento di una generazione.

Galar, ispirata alla Gran Bretagna, ci appare come una regione costituita da vaste zone rurali e selvagge, dove si trovano diversi tipi di città, dai borghi di campagna a zone di forte industrializzazione. I riferimenti alla cultura britannica si sprecano, con menhir e dolmen ricoperti di rune che spuntano dal terreno, geoglifi e paesaggi composti da cottage e borghi dall’aspetto squisitamente inglese. Ci è impossibile non rivedere il borgo scozzese di Oban in Keelford oppure Londra in Steamington.

In questo anche i tre Pokèmon iniziali dimostrano di seguire la linea tracciata da Game Freak. Arrivati al momento di vedere le loro evoluzioni finali, pare che la casa di produzione abbia scelto di omaggiare la Gran Bretagna soprattutto con l’aiuto dei suoi starter.

Grookey è un riferimento alla scena musicale britannica, patria di eccezionali band, e la sua evoluzione sembra richiamare ad alcuni dei movimenti punk e rock dell’isola. Scorbunny è un ispirato al mondo sportivo, in particolare al calcio e all’atletica, discipline solidamente apprezzate e praticate in terra di Albione. Infine Sobble sembra sia ispirato alla letteratura inglese, alle sue leggende (quelle dei mostri lacustri come Nessie) e a personaggi iconici come James Bond. Insomma, un lavoro davvero ben fatto, che a nostro parere pone il concetto dietro questo trio di starter un gradino sotto a quello, per ora imbattuto, della Sesta Generazione.

Cuore selvaggio, mente inquieta

Andiamo ora a sviscerare il gameplay e a capire se quanto abbiamo visto in questa Ottava Generazione sia stato effettivamente un passo in avanti per Pokémon. Partiamo da un presupposto: la dinamica delle catture e delle lotte resta sostanzialmente la stessa. Dovremo cercare nell’erba alta nuovi Pokémon per costituire una squadra in grado di sfidare la Lega e le Palestre.

Il contesto, invece, cerca di essere diverso dal passato. Quando recensimmo Let’s Go Pikachu e Let’s Go Eevee notammo alcune novità che era nostro desiderio rivedere nel brand principale del franchise. Non tutto è stato salvato. Alcune interessanti funzioni, come la possibilità di selezionare un Pokémon perché ci accompagni nell’avventura fuori dalla Ball, sono state eliminate.

In compenso quella che era stato il punto di forza dei titoli Let’s Go è stato mantenuto. I Pokémon sono visibili nel mondo di gioco, e si mostrano con un pattern di comportamenti che dipende dalle loro caratteristiche. Alcuni di fronte a noi scapperanno. Altri cercheranno invece di attaccarci e daranno inizio alla lotta. In generale però la schermata di gioco si mantiene viva e attiva come non mai.

Pokemon Spada Scudo

In questo la mappa, per quanto più dinamica del solito, mostra di avere ancora i classici difetti storici del brand per buona parte dell’avventura. Il sistema dei Percorsi con la telecamera fissa domina ancora il gioco. Ci troveremo quindi come al solito ad affrontare allenatori e Pokémon selvatici su dei “binari” obbligati. Ma non sempre.

La grande novità di questa Ottava Generazione sono le Terre Selvagge, ampie aree free roaming dove i giocatori avranno la possibilità di esplorare in maniera più libera i territori, scoprendo talvolta anche dei Pokémon molto più forti del nostro livello. E dove, soprattutto, sarà possibile ruotare liberamente la telecamera! Questa è una vera picconata alla tradizione per Pokémon. La Terre Selvagge ci appaiono come una splendida novità, in grado di spremere il potenziale di Nintendo Switch.

Eppure qualcosa ci lascia insoddisfatti. Questa nuova dinamica è infatti ancora una parte minore del brand. Importante, certo, ma non abbastanza per poter costituire una vera novità. L’impressione, quando ci troviamo a dare la caccia a dei nuovi mostriciattoli nelle Terre Selvagge, è che questo sia solo uno scorcio del futuro.

Game Freak sembra suggerire che possa essere questo il futuro di Pokémon. Ma per vedere quel futuro dovremo attendere ancora. Non è da escludere che gli allenatori possano vedere questa dinamica diventare la parte più massiccia del gioco solo nella prossima Generazione, magari negli ultimi mesi di attività della Switch, in modo da convincere anche gli ultimi utenti restii a compiere il passaggio a prendersi l’ibrida della casa di Kyoto.

Pokemon Spada Scudo

Questa Lega è una vergogna! Oppure no?

Una delle cose che ci ha colpiti maggiormente è stata la piccola rivoluzione attuata sulla Lega Pokémon in questa Generazione. Il sistema di sfida delle palestre ha avuto una rivisitazione principalmente estetica, ma anche in parte competitiva, in grado di renderla più accattivante.

In primo luogo per accedere al sistema delle Palestre la storia ci porterà a ottenere il titolo di Sfidapalestre grazie alle referenze del Campione. Una volta registrati potremo iniziare a competere negli Stadi. A risultare diverso dal solito è che arriveremo alla prima sfida abbastanza in là nella progressione del gioco.

La prima palestra, quella di Tipo Erba di Yarrow, sarà raggiunga quando la nostra squadra avrà un livello compreso tra il 15 e il 20. Insolito se consideriamo che il Pokémon più forte di un Capopalestra iniziale, il Nosepass di Petra in Terza Generazione, non superava il livello 15. Yarrow ci manderà invece contro un mostro evoluto a livello 20. Per contro il livello di sfida non si alza più di tanto. Arrivati all’ultima palestra non ci troveremo di fronte a Pokémon capaci di raggiungere il livello 50. Sono lontani i tempi dell’Avalugg di Edel, insomma.

Non sarà invece presente il sistema dei Superquattro. Al loro posto ci troveremo di fronte una coppa finale, divisa in Semifinali e Finali, dove dovremo farci largo contro altri allenatori prima di affrontare il Campione. Insomma, un piccolo passo in avanti e il superamento (si spera definitivo) di un sistema che appariva decisamente troppo rigido e datato per i canoni di un gioco attuale.

Le novità nella Lega Pokémon di Spada e Scudo sono per lo più formali ed estetiche. Per la prima volta abbiamo l’impressione di trovarci di fronte a una federazione sportiva, con tanto di divise, stadi, competizioni seguite in televisione, figurine da collezione e tifosi pronti a fare il tifo per i propri beniamini. Ma, in buona sostanza, ancora una volta le palestre non costituiscono una sfida per i giocatori. Il livello delle lotte ci appare ancora abbastanza blando, e forse il ritorno della modalità Ostacolo sarebbe stato gradevole. A facilitare ulteriormente la partita ci sarà il fatto che i Pokémon divideranno l’esperienza accumulata, facendoci avere una squadra molto più forte del livello medio degli avversari in tempi rapidi.

Più interessante è il fatto che il fenomeno del Dynamax venga utilizzato già dai Capipalestra e sia una costante dell’intera vicenda. Questo senza dubbio fornisce ai giocatori la possibilità di apprezzare maggiormente il nuovo sistema cuore del competitivo di Ottava Generazione, dando la possibilità di costruirsi, poco alla volta, una conoscenza adeguata del fenomeno.

Pokemon Spada Scudo

Il Pikachu gigante nella stanza

Soffermarci sulla grande novità di Pokémon Spada e Scudo, il Dynamax e sul corrispettivo fenomeno del Gigamax. Si tratta di novità che di certo avranno un impatto importante a livello di competitivo, ma che esteticamente non riescono a convincere del tutto, diventando anche qualcosa di poco influente a livello di gioco. Insomma, siamo distanti dal fascino presente nelle Mozze Z e nelle Megaevoluzioni. Le forme Giganti dei Pokémon dureranno solo tre turni. Sarà quindi necessario scegliere con estremo cura il momento in cui mostrare le proprie carte all’avversario. Da non sottovalutare anche l’aspetto tattico. Spesso Gigamax e Dynamax comportano cambiamenti al campo di gara, aumenti di statistiche ed effetti che potrebbero facilmente ribaltare le sorti dell’incontro.

Più interessante è la parte relativa ai raid. Connettendoci con altri giocatori potremo affrontare Pokémon in forma Dynamax e lottare per poter ottenere nuove forme giganti. Non è da escludere che Game Freak, nei prossimi mesi, punti molto su questo aspetto di interattività, proponendoci sfide e raid.

Parlando invece dei nuovi Pokémon introdotti in Spada e Scudo ci troviamo spesso di fronte a novità interessanti, tra forma Galar e nuovi accostamenti di Tipi. Molto particolare è la scelta di unire il tipo Folletto a quello Veleno nella nuova versione di Weezing, oppure l’arrivo di Pokémon non leggendari di tipo Drago a cui si uniscano il tipo Spettro e quello Acciaio. Specialmente il secondo siamo certi avrà molta fortuna nel competitivo, dove i Draghi hanno avuto vita difficile per colpa dei Folletti introdotti in Sesta Generazione.

Sfortunatamente (tralasciando le linee evolutive degli starter) sono state poche le aggiunte di Pokémon tipo Fuoco e tipo Acqua in Spada e Scudo, due dei generi più sfruttati dai giocatori competitivi. Nel primo caso trovarci di fronte a solo due linee evolutive legate al tipo Coleottero e al tipo Roccia non renderanno certo facile la vita ai nostri amici fiammeggianti, con la possibilità di beccarsi danni quadruplicati da alcune delle mosse più forti del mondo Pokémon: una Cascata o un Terremoto su Coalossal sarebbero davvero una brutta esperienza per i giocatori, così come un Pietrataglio su Centiskorch. Stesso dicasi per il tipo Acqua, con un Drednaw che difficilmente resisterà a un Gigassorbimento senza sfruttare la sua Gigamax.

Insomma, la costruzione di una squadra equilibrata non sarà impresa facile per i giocatori, specie per quelli desiderosi di dare spazio soprattutto ai nuovi Pokémon. Una sfida che tuttavia spingerà a cercare sempre nuove soluzioni per la competizione, andando a caccia di mostriciattoli più forti per creare un team imbattibile.

A questo in Spada e Scudo si aggiunge la funzione del Pokécampeggio, che va a sostituire il Poké Relax e il Pokémon Resort della precedente generazione. Da un lato l’idea di poter vedere i nostri compagni di viaggio scorazzare liberi fuori dalla Poké Ball, godersi dei giocattoli e vederli rincorrere un pallone da spiaggia ci sembra davvero divertente. Per contro manca un po’ l’aspetto personale che era presente con la funzione di Settima Generazione. Sempre nel campeggio sarà possibile cucinare il Curry di Galar da dare ai nostri Pokémon, in modo da creare un maggiore legame con loro e aumentarne l’esperienza. A modo suo questa dinamica ci ricorda quella di Quarta Generazione, con la preparazione dei Poffin.

Il superamento del Pokémon Resort invece ci è dato da modalità più semplici per aumentare e modellare le statistiche dei nostri mostriciattoli. L’inserimento delle Caramelle come in Let’s Go, la possibilità di aumentare le vitamine e, per finire, di cambiare la Natura dei nostri Pokémon con degli oggetti (sì, ora è inutile perdere tempo col soft reset) permetteranno ai giocatori di avere più facilmente una squadra degna del competitivo.

Un piede nel passato, lo sguardo aperto nel futuro

Quanto abbiamo visto fin qui ci lascia con una sensazione generale di soddisfazione, macchiata però da una vena di malinconia. Ci sembra difficile credere che quanto visto con Spada e Scudo sia davvero il massimo ottenibile da Pokémon su Nintendo Switch.

Se è vero che già il prossimo anno potremmo vedere un’altra coppia di giochi (forse dei seguiti dei titoli ambientati a Galar come fu per la Quinta e la Settima Generazione, forse un Remake della Quarta) l’impressione resta quella che Game Freak non abbia ancora mostrato i suoi assi nella manica. Per quanto Spada e Scudo si rivelino degli ottimi giochi Pokémon, sono tante le cose che avremmo voluto vedere e che attendiamo.

Magari il futuro di Pokémon arriverà davvero con i prossimi giochi. Magari assisteremo davvero, un giorno, a una coppia di giochi creata da Game Freak in cui le Terre Selvagge non saranno solo una parte del gioco, ma la sua essenza, il suo cardine. Nel frattempo, tuttavia, non possiamo fare altro che aspettare. Augurarci che i prossimi giochi di Pokémon siano quel definitivo ingresso nell’età adulta della serie.

Nel frattempo possiamo goderci un’ottima coppia di giochi. Pokémon Spada e Scudo rappresentano ancora una volta quello che il brand principale è sempre stato: quella zona grigia che va a unire il passato e il futuro, cercando di rendere il presente piacevole. E se saprete apprezzare Galar il presente potrà essere meraviglioso.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.