Su Netflix arriva Che fine ha fatto Sara 2, la serie messicana pieno di misteri intricati

Dopo il successo della prima stagione uscita a marzo, Che fine ha fatto Sara 2 non si è fatto attendere a lungo: due mesi dopo, ritroviamo Alex Guzmán, protagonista e fratello della vittima, Sara, insieme alla famiglia Lazcáno, causa principale di tutti i suoi travagli e non solo.

In questa nuova stagione tutto si fa più misterioso, fanno il loro ingresso diversi nuovi personaggi e altri nodi vengono al pettine. Tuttavia, il momento in cui finalmente si scoprirà chi ha ucciso Sara e perché si allontana a ogni episodio, tenendo catturato lo spettatore nella narrazione serrata degli eventi, uno più agghiacciante dell’altro.

Spoiler alert: di seguito verranno fatti cenni ai fatti mostrati nella prima stagione.

Che fine ha fatto Sara 2: dove eravamo rimasti

La prima stagione si conclude con più domande che risposte: Alex ancora non ha ancora scoperto chi ha ucciso sua sorella e, come se non bastasse, nel giardino di casa trova sepolto quel che resta di un cadavere sconosciuto. Non solo, insieme a lui abbiamo anche scoperto che Sara era coinvolta in diversi rapporti e relazioni, anche sessuali, che non hanno fatto altro che alimentare le sue paranoie: come testimoniano il diario ritrovato da Alex e ulteriori sue indagini, la ragazza soffriva di schizofrenia che la portava a non fidarsi di nessuno e anche ad assumere comportamenti violenti con chi lei percepiva come minaccioso.

I segreti che custodiva e che si è portata nella tomba ora stanno pian piano venendo a galla e sono uno più sconvolgente dell’altro. Tuttavia, queste nuove informazioni non sono sufficienti a comprendere la sua “doppia vita”, che emerge lungo gli otto episodi di Che fine ha fatto Sara 2. Inoltre, Alex continua a ricevere i messaggi di Diana Cacciatrice: dietro questo alias, ci viene sempre rivelato nella prima stagione, si nasconde Marifer, migliore amica di Sara, che in questa stagione gioca un ruolo importante insieme a un altro membro del gruppo di conoscenze che gravitava attorno alla ragazza.

fine fatto sara 2

Nel frattempo, la famiglia Lazcáno cade sempre più a pezzi sotto i colpi inferti proprio dal protagonista: sappiamo che Cesar, il capofamiglia misogino, omofobo e , si è macchiato di diversi reati tra cui istigazione alla prostituzione, così come il suo braccio destro Sergio, che si è anche rivelato un maniaco violento; la moglie Mariana continua a fustigarsi col cilicio, convinta di espiare così le sue colpe, tante quante quelle del marito; Rodolfo, che era il fidanzato di Sara, non ha più uno scopo e vede il suo mondo semplicemente crollargli addosso su ogni fronte, così come stava accadendo 18 anni prima; Chema, suo fratello, aveva già vita difficile in famiglia, in quanto omosessuale, e ora anche la sua relazione con Lorenzo sta andando in frantumi, nonostante la presenza di Clara, la donna che si è offerta di dare alla luce il bambino della coppia come madre surrogata.

Insomma, una gabbia di matti

Se già nella prima stagione i sospetti dello spettatore balzavano da un personaggio all’altro, qui le cose non si fanno certo più nitide, anzi: ci si può solo convincere di star assistendo a una sorta di pazzia collettiva, per cui non ci sono spiegazioni sensate e realistiche. E dire che dovrebbe essere solo Sara quella considerata “pazza”.

Che fine ha fatto Sara 2, con l’avanzare degli episodi, ricorda le situazioni caotiche e deliranti di altre serie come Tredici (lo abbiamo anche detto in precedenza) o Le regole del delitto perfetto: non un solo personaggio può dire di avere la fedina pulita, nemmeno il più innocente tra loro. Ciascuno di loro ha compiuto un qualche misfatto, segnando per sempre la propria vita e quella altrui, il tutto nella più totale omertà.

In questa serie, infatti, si parla troppo e al contempo troppo poco: chi sa qualcosa si guarda bene dal dirlo, mentre l’azione viene spesso frenata da dialoghi ripetitivi o scene che, per quanto brevi, sono praticamente inutili e fini a sé stesse, messe lì forse per distogliere l’attenzione da dettagli irrealistici che non verranno mai giustificati.

Ma quello che più risulta sconcertante è la facilità con cui perfino dei ragazzi liceali (ovvero i personaggi maggiormente coinvolti nel caso di Sara, ora cresciuti) riescano a non farsi scrupoli nel mettere a repentaglio la propria vita e quella altrui, senza remore né particolari rimorsi. Da adulti, perciò – non dovrebbe stupirci – sono ormai ben abituati, il che rende i loro comportamenti a dir poco inumani.

Che fine ha fatto Sara 2: e ora?

Eppure Che fine ha fatto Sara 2, come la sua prima stagione, nonostante le assurdità che mirano quasi tutte a shockare lo spettatore come metodo di intrattenimento, riesce effettivamente nell’intento di tenere incollati allo schermo e a scatenare quel piacere perverso che queste storie suscitano, come dimostra anche il successo delle docuserie su delitti realmente accaduti e misteri mai davvero risolti.

Come nella stagione precedente, si confermano buone le performance degli interpreti di Chema e Cesar Lazcáno (rispettivamente Eugenio Siller e Ginés García Millán) ma è notevole anche la presenza scenica di Juan Carlos Remolina, nel ruolo del subdolo e spietato Sergio.

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Ancora una volta, Che fine ha fatto Sara 2 si conclude con un finale aperto ma che, apparentemente, è considerato sufficiente per mettere la parola fine sulle vicende attorno a Sara Guzmán, almeno secondo le parole dell’attore protagonista da giovane, Leo Deluglio.

A nostro parere, le premesse per un prosieguo ci sono tutte, ancora troppi perché vengono lasciati all’immaginazione e sappiamo che Netflix potrebbe continuare a mungere il successo della serie, se questa ottenesse gli stessi risultati della prima stagione (55 milioni di visualizzazioni di singoli account nel giro di un mese) ma nulla è ancora confermato. E forse, prima che si prendano strade ancora più estreme e inverosimili, fra intrighi familiari, tradimenti, tragedie e rivelazioni ai limiti del possibile, sarebbe bene lasciar riposare in pace Sara.

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.