Mutanti, dinosauri e orsetti del cuore.
Finalmente ci siamo. Giunge a conclusione il nostro excursus su Stranger Things e i vari riferimenti presenti nella serie dei fratelli Duffer. Un lungo percorso che ci ha visto spaziare in classici della letteratura, del videogioco e del cinema, arrivando infine a completare il quadro di una serie che sembra essere un grandioso tributo alle opere che hanno segnato piรน decenni.
Andiamo a vedere allora qualche citazione sparsa negli ultimi tre episodi. Citazioni che magari vi erano sfuggite mentre ammiravate le splendide capigliature anni โ80 dei personaggi.
21 โ Scuola per giovani mutanti (Chapter Seven: The lost sister)
Che El e la sua sorella perduta sia due โmutantiโ puรฒ essere considerato vero anche in senso ampio. Ma qui ci troviamo di fronte a quelli che sembrano dei veri e forti richiami agli X-Men, la storica testata Marvel dedicata agli studenti di Charles Xavier. Proprio questa viveva negli anni โ80 quello che molti fan considerano uno dei migliori periodi. Guidati da Chris Claremont, sulle pagine degli X-Men si avvicendano artisti del calibro di Paul Smith, John Romita Jr., Mark Silvestri, Jim Lee. In particolare il rapporto tra Eleven e Kali sembra richiamare molto quello tra allieva e maestro che intercorre tra Jean Grey e il Professor X. Come Fenice El possiede poteri di telecinesi, mentre la โnumero 8โ sembra essere capace di controllare le menti proprio come Xavier. In questo episodio Eleven pare compiere un percorso verso lโoscuritร , una discesa nellโabisso e un abbandonarsi allโistinto che richiama proprio una grande saga degli X-Men, conclusasi allโinizio degli anni โ80, con Jean Grey protagonista. Stiamo parlando, ovviamente, della Saga di Fenice Nera, considerata da molti fan dei Mutanti Marvel uno dei momenti migliori nella storia del supergruppo inventato dal Sorridente Stan Lee e Re Jack Kirby. Come detto, i poteri di Jean ed Elle sono molto simili, e viene dimostrato nella scena del vagone, ma diventare ancor sempre piรน simili nellโultimo episodio della stagione, quando la ragazzina dimostra di possedere anche dei poteri di levitazione.
22 โ Vader time (Chapter Seven: The lost sister)
Ma Fenice Nera non รจ lโunica ad aver ceduto allโoscuritร . Proprio in questo episodio vediamo Eleven usare i suoi poteri in un modo nuovo, strangolando uno dei responsabili delle torture subite dalla madre. Ovviamente il richiamo palese รจ alla saga di Star Wars di George Lucas, nello specifico a Darth Vader, quando mostra il potere che lโha reso celebre: quello di soffocare le persone con lโuso della Forza. Piรน precisamente si parla del primissimo Guerre Stellari (Star Wars) del 1977, lo stesso che, anni dopo, verrร rinominato Star Wars: Episodio IV โ Una nuova speranza (Star Wars: Episode IV โ A New Hope). Se vogliamo ampliare il paragone tra El e Vader tutti e due cedono allโoscuritร e ritornano alla luce per una questione di affetti familiari. Vader cerca di salvare la moglie e si riconverte al Lato Chiaro per salvare il figlio; El cede alle pressioni della sorella per poi fermarsi alla scoperta che lโuomo ha due bambine. Nel secondo caso la permanenza di Eleven nel Lato Oscuro รจ stata decisamente breve.
23 โ Lโorsetto del cuore (Chapter Seven: The lost sister)
Nella combriccola di Eight uno dei personaggi piรน particolari รจ senza dubbio Funshine, lโomone grande e grosso dal cuore tenero, fedelissimo di Kali e che sembra da subito molto protettivo dei confronti di Eleven. Quando viene presentato alla nostra giovane protagonista di lui viene detto che รจ โun orsacchiottoโ. Funshine รจ, guarda caso, il nome di uno degli Orsetti del Cuore (Care Bear), noto franchise nato nel 1981 e rimasto sulla cresta dellโonda per tutti gli anni โ80. Gli Orsetti del Cuore sfondarono anche in Italia, riuscendo a far trasmettere la propria serie animata dal 1985 al 1988. Lโomaggio non si limita a questo: ancora piรน evidente รจ il momento in cui, nellโincursione a casa di Ray, lโomone indossa la maschera del proprio omonimo.
24 โ Stranger Park (Chapter Eight: The Mind Flayer)
Certo, Jurassic Park di Michael Crichton sarebbe uscito solo qualche anno dopo (1990) per poi ricevere una trasposizione cinematografica ancora piรน tardi (1993). Eppure di riferimenti al film di Steven Spielberg ne troviamo a bizzeffe. Giร pochi episodi prima, quando Steve si confronta con Dart, la scena ricalca da vicino lโarrivo dei velociraptor nel parco. Lโepisodio otto sembra perรฒ spingersi ancora piรน in lร . Il gruppo dei protagonisti รจ braccato dai demodogs, intrappolato per la mancanza di corrente e costretto a dividersi per trovare un modo di riattivare lโenergia al complesso. Tutto questo succede anche in Jurassic Park, solo con i velociraptor al post dei demoni del Sottosopra. Quando Bob riattiva lโenergia segue le istruzioni del Dr. Owens cosรฌ come El seguiva quelle di Mr. Hammond. Poco dopo le cose appaiono molto simili a quando Lex restituisce energia al parco. Per concludere, la fine del personaggio di Sean Astin ricorda quelle presenti in Jurassic Park, con lโassalto conclusivo dei raptor.
25 โ La bandana del capo (Chapter Nine: The Gate)
Goonies รจ un convitato di pietra sempre vivo e presente per Stranger Things. Il film di Richard Donner viene costantemente citato dai fratelli Duffer e il finale di stagione non fa eccezione. Steve, costretto a guidare il gruppo dei ragazzini verso unโimpresa disperata, cerca di mantenere il controllo della situazione. Per farlo si prende lโonere della leadership, ricordando a tutti di essere il piรน anziano e, quindi, il piรน adatto a mantenere il comando. Da segnalare come Steve abbia, in questo caso, la stessa bandana indossata da Josh Brolin nel film del 1985, un chiaro riferimento alla posizione di leader assunta da Brandon nei Goonies e da Steve per i ragazzi di Hawkins.
26 โ Un esorcismo al giornoโฆ (Chapter Nine: The Gate)
Abbiamo giร parlato dei numerosi riferimenti a Lโesorcista mostrati nello sviluppo del rapporto parassitario tra il Mind Flayer e Will. Anche questo ultimo episodio non fa eccezione: Will strangola sua madre Joyce con una forza disumana, allo stesso modo in cui Regan cercava di strozzare la madre Chris nel film di William Friedkin del 1973. Joyce viene perรฒ salvata dal tempestivo intervento di Nancy, che brucia Will con un ferro arroventato, costringendolo a mollare la presa. E qui la mente balza subito a Indiana Jones e il Tempio Maledetto (Indiana Jones and the Temple of Doom) del 1984, quando Shorty brucia Indy per costringerlo a spezzare la morsa della โpossessioneโ operata dalla dea Kali su di lui.
27 โ Uno sceriffo extraterrestre? (Chapter Nine: The Gate)
Il rapporto che lega Eleven e lo sceriffo Hopper รจ una delle cose migliori presenti in questa seconda stagione di Stranger Things. Si uniscono delicatezza, sentimenti inespressi e lโincapacitร di poter avere un rapporto normale tra Jim, segnato dalla perdita della figlia, e Eleven, privata della sua infanzia e dotata di poteri che nessun genitore potrebbe mai gestire. Questo complesso rapporto cresce in un climax che porterร Jim a calarsi nel ruolo paterno, come testimoniato dal passaggio del braccialetto della figlia dello sceriffo Hopper a Eleven in questo ultimo episodio, particolare che pochi hanno notato ma che si rivela ricchissimo di significato. La relazione, unica nel suo genere, che lega Jim e Eleven sembra richiamare al film di Luc Besson del 1994, Leon. Il parallelismo tra lโassassino Leon, interpretato da Jean Reno, e la piccola Mathilda (Nathalie Portman) potrebbe, in effetti, essere facile da fare. Ma noi vogliamo complicarci la vita: e se invece nello sceriffo Hopper fosse un novello Bud Spencer? Lโidea ha iniziato a prendere corpo sul web in breve tempo. Nel 1979 il Bud nazionale fu protagonista di Uno sceriffo extraterrestreโฆ poco extra e molto terrestre, diretto da Michele Lupo. Il suo ruolo era quello di uno sceriffo americano, Scott Hall, che si ritrovava a fare da balia a un ragazzino di origine aliena, dotato di capacitร molto simili a quelle di El. Alcune scene in particolare, come i pasti consumati da Jim ed Eleven, sembrano molto simili a quelli dello Sceriffo Scott e di H7-25. Che i Duffer abbiano una passione segreta per i film italiani di scazzottate?
28 โ Hearts of Thunder (Chapter Nine: The Gate)
Non ci sono sono solo Tolkien e King allโinterno dellโepopea di Stranger Things. Abbiamo anche letteratura di tuttโaltro genere. Quando Karen, madre di Mike e Nancy si sta godendo un momento di relax, la vediamo leggere Hearts of Thunder, libro di Johanna Lindsey. Non allarmatevi se non conoscete questa autrice. Si tratta di una scrittrice di romanzi rosa a sfondo storico, famosissima nel panorama editoriale degli anni โ80. A partire dal 1977 i suoi libri iniziarono a macinare milioni di copie, tanto da entrare anche nelle top 10 del New York Times (al pari di Tolkien e Kingโฆ). La scelta del libro letto dalla miss Wheeler appare azzeccata: la trama racconta di Samantha Kingsley e del suo amore per il delinquente Hank Chavez. E, vista la reazione di Karen di fronte al giovane Billy, suona piรน di un campanello.
29 โ El: lo sguardo di Satana (Chapter Nine: The Gate)
Ma torniamo a Stephen King e torniamo a El. Nel suo essere una bambina dotata di poteri paranormali, il numero di citazioni e riferimenti possibili applicabili alla sua figura si sprecano. El, in questo caso, sembra ripetere le gesta di unโaltra โbambina terribileโ della letteratura americana. Qui il pensiero di tutti noi va immediatamente a Carrie, la protagonista del libro che nel 1973 lanciรฒ la carriera del Re. Tuttavia il finale di stagione, con Eleven circondata dalle fiamme mentre chiude il passaggio tra il nostro mondo e il Sottosopra, sembra riferirsi a un altro personaggio di King, la giovane Charlene โCharlieโ McGee, una bambina con capacitร pirocinetiche, protagonista del libro Lโincendiaria (Firestarter) del 1980. La scena in questione ricalca quanto visto nella trasposizione del 1984, giunta in Italia col titolo Fenomeni paranormali incontrollabili, diretto da Mark L. Lester e interpretato da una giovanissima Drew Barrymore.
30 โ Bello in rosa (Chapter Nine: The Gate)
Cosa cโรจ di meglio che lasciarsi alle spalle tutte le peripezie con una bella festa? Il tradizionale ballo statunitense diventa la cornice ideale per inserire unโultima citazione a una delle grandi commedie romantiche degli anni โ80, Bella in Rosa (Pretty in Pink) di Howard Deutch, del 1986. Quando Dustin, ormai divenuto il protetto di Steve, si presenta al ballo invernale, ci viene mostrato con la stessa pettinatura di Duckie, lโamico dโinfanzia della protagonista Andie, interpretata dallโicona del decennio, Molly Ringwald. Sia Dustin che Duckie verranno messi da parte dalla compagna desiderata ma, in un secondo momento, troveranno qualcuna disposta a ballare. Nancy per Dustin e Duckette per Duckie.