Mentre aspettiamo la messa in onda in Italia degli episodi crossover, vi raccontiamo la storia del fumetto “Crisi sulle terre infinite”

Il mondo dei supereroi, si sa, è un gran casino. Quando, però, ci si mette anche la DC, allora il casino diventa multiverso, una declinazione immaginifica di teorie elaborate negli anni dai fisici più interessanti in circolazione. Questo espediente narrativo è alla base del fumetto Crisi sulle terre infinite, che a partire dall’8 dicembre è stato portato sul piccolo schermo nell’ambito dell’Arrowverse, ovvero le serie CW ispirate ad alcuni personaggi DC Comics. 

Tutto iniziò su Terra-Due

La miniserie Crisi sulle terre infinite fu il risultato di un’operazione complessa, ma necessaria. La pubblicazione del fumetto avvenne tra il 1985 e il 1986, su sceneggiatura di Marv Wolfman e disegni di George Pérez e fu una risposta alla stratificazione di personaggi e storie che aveva portato in DC un po’ di confusione.

La crisi del fumetto avvenuta in chiusura alla cosiddetta Golden Age, all’inizio degli anni Cinquanta, aveva portato alla sospensione di alcune testate DC “minori”. Per questo motivo personaggi come Arrow, Flash e Aquaman scomparvero per qualche anno dalla circolazione per poi tornare in stampa con l’avvento della Silver Age (1956 – 1971 circa).

crisi terre infinite

Nel frattempo, però, i “vecchi” eroi furono reintrodotti in qualche storia. Il pretesto era quello che, per far fonte ad alcune minacce, serviva il rinforzo del doppio eroe. Questo è quello che accade in Flash dei due mondi, pubblicata nel settembre 1961 su The Flash n.123, quando Barry Allen incontra il vecchio velocista, Jay Garrik. 

Il passaggio da una dimensione all’altra avviene dopo che Allen ha tirato troppo la corda con la sua velocità, facendo vibrare così tanto le particelle da essere catapultato su Terra-Due, dove vivono gli eroi della Golden Age. Con The Flash 123 si apre la prospettiva dei team-up, per recuperare i personaggi storici e farli interagire col nuovo corso, che si è concretizzata nell’appuntamento annuale della  Justice League of America a partire dall’agosto 1963. 

Premesse e conseguenze di Crisi sulle terre infinite

La primissima scintilla che andò ad alimentare il progetto di Crisi sulle terre infinite venne in mente proprio a Wolfman. Lo sceneggiatore stava rispondendo a un lettore di Lanterna Verde che chiedeva spiegazioni su cosa effettivamente facesse parte del cosmo Dc e rispose: “Un giorno forse qualcuno si deciderà a chiarire una volta per tutte cosa fa davvero parte del Cosmo DC e cosa no!”. 

Wolfman fu di parola e poco tempo dopo si mise al lavoro insieme all’esperto di continuity (in particolare quella della Golden Age), il fumettista Roy Thomas e al lettore Peter Sanderson, poi sostituito da Robert Greenberger

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La serie non riuscì, in realtà, a sanare tutti gli errori di continuity che vennero parzialmente spiegati introducendo il concetto di ipertempo, spiegato ne Il regno (ideato da Mark Waid e Grant Morrison). L’ipertempo è una variabile spazio-temporale in cui sono presenti tutte le storie dell’universo DC, anche quelle degli elseword che – interferendo con la linea narrativa principale – dà luogo agli errori di continuity, come falle del sistema di Matrix (ma questa è un’altra storia). Di fatto, però, dopo Crisi sulle terre infinite, si ristrutturò la storia e il profilo anche dei supereroi principali, come Superman (grazie a John Byrne) e Batman (quest’ultimo con l’intervento di Frank Miller). 

Di che parla Crisi sulle terre infinite?

L’impresa di Wolfman e Pérez non era affatto semplice, trattandosi di decenni di storie e di personaggi emersi senza un disegno complessivo. La premessa narrativa di Crisi sulle terre infinite si basa, appunto, sull’esistenza di diverse Terre, precisamente sette. Si tratta di: Terra-Uno, dove opera la Justice League supportata dai Teen Titans, Terra-Due, dove vivono gli eroi della Golden Age (riuniti nella Justice Society of America), Terra-Tre, dove tutti i ruoli sono invertiti, i supereroi sono super-cattivi e il personaggio positivo principale è Lex Luthor, Terra-Fawcett, ispirata alla casa editrice Fawcett che pubblicò per prima il personaggio di Shazam che fu poi inglobato dalla DC, Terra-X, dove i nazisti hanno vinto la guerra e gli eroi sono quelli della Quality Comics (i Combattenti per la libertà), Terra-Quality (come la Terra-X, ma i nazisti hanno perso), Terra-Quattro, dove vivono gli eroi della Charlton Comics (che era appena stata acquisita dalla DC). 

Su questo multiverso incombe la minaccia di Anti-Monitor che si oppone alla sua nemesi Monitor per far avanzare l’antimateria. Parallelamente, vaga per le lande desolate di questo paradosso fisico su carta il personaggio di Pariah, condannato a veder sfumare gli universi in un destino tremendo e inesorabile. Saranno i suoi esperimenti ad attirare l’attenzione di Anti-Monitor e fargli emergere l’insano proposito di distruggere la Terra. 

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Per impedire questa ecatombe, Monitor si ingegna a trovare una squadra di eroi in grado di arginare la Crisi. La battaglia culmina in uno scontro totale, nella celebre splash page di Pérez con più di cento personaggi, che trionfa nel quinto capitolo della saga. Due figure-chiave della vicenda: Barry Allen che è in grado di viaggiare tra le dimensioni parallele con la sua velocità e lo Psico-Pirata che ha il potere di controllare le emozioni umane. 

Lo scontro termina tra morti e feriti, riportando uno stato di pace nel multiverso. Gli abitanti hanno una debole percezione di quello che è successo, conservando solo sprazzi di ricordi. Con questo espediente, Wolfman prova a dare un reset alla linea narrativa DC, ma – come abbiamo visto – l’esito non è stato proprio quello sperato. 

Dalla carta allo schermo

Per lo spettatore del 2019 (ormai 2020), la mania di Anti-Monitor di spazzare via interi universi ricorda un po’ lo snap letale di Thanos, introdotto da Jim Starlin per Marvel nel 1973. Difatti, l’operazione Arrowverse dei cinque cross-over dedicati a Crisi sulle terre infinite è stata segnalata come analoga alla grande scena di massa che conclude la terza fase dell’MCU, ovvero la battaglia finale di Endgame. Al di là delle analogie tra Marvel e DC, quello che ci possiamo aspettare dalla trasposizione su schermo della miniserie di Wolfman è proprio quell’operazione di rimessa in ordine di tutte (o quasi) le serie tv precedenti. 

Avremo, infatti, la comparsa di Brandon Routh che veste nuovamente i panni di Superman, riprendendo il ruolo interpretato nel 2006 in Superman Returns di Brian Singer. Routh, che già nell’Arrowverse è comparso come Ray Palmer, sarà qui un Superman proveniente da un’altra dimensione. 

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Analogamente Tyler Hoechlin tornerà a fare Superman, dopo aver esordito in questo ruolo nella seconda stagione di Supergirl. Insieme a lui, Elizabeth Tulloch tornerà come Lois Lane. Infine, Superman avrà anche il volto di Tom Welling, che interpretò Clark Kent in Smallville

Al di là del cast, l’operazione “Crisi nelle terre infinite – Arrowverse” ha tutte le premesse per diventare un appuntamento interessante proprio per capire la resa su piccolo schermo del multiverso. Che i tempi siano maturi per introdurre questo concetto, ce l’ha anticipato anche il successo di Spiderverse, che gioca più o meno sullo stesso principio. 

In conclusione

Il concetto di multiverso, introdotto nella scienza contemporanea da Hugh Everett III nel 1957,  ma anticipato dalla filosofia di Giordano Bruno, è stato supportato anche da uno dei fisici più importanti e noti degli ultimi decenni, Stephen Hawking. Indubbiamente l’impatto rivoluzionario di questa teoria ha avuto una notevole influenza sull’estro narrativo dei fumettisti, uniti da una sorta di affinità elettiva alle più audaci proposte scientifiche. Sono passati anni, e anche il grande pubblico sta imparando a conoscere la complessità dell’universo supereroistico su piccolo e grande schermo. 

Per potere vedere in Italia gli episodi crossover ispirati a Crisi sulle terre infinite, dovremmo aspettare ancora un po’, probabilmente fino alla primavera 2020. Nel frattempo, possiamo lanciarci alla conquista del multiverso andando a leggere (o a ri-leggere) la saga a fumetti di Wolfman e Pérez. 

 

Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.