LOL, il nuovo Show di Prime Video fa impazzire il web

È il fenomeno del momento. Tutti lo citano, tutti ne parlano bene o male che sia. Ma l’importante – ormai si sa – è parlarne. LOL su Amazon Prime Video è un reality-game show come altri, ma con alcuni elementi caratteristici che l’hanno reso particolarmente virale. Il setting è molto semplice: un gruppo di comici chiuso in una stanza per sei ore deve cercare di resistere alle gag altrui. Infatti, come dice il disclaimer del programma, Chi ride è fuori. Si tratta di un format giapponese, adattato ovviamente al nostro Paese. Partecipano dieci concorrenti, tra la nuova generazione di comedians e youtuber e la vecchia guardia cabarettistica e televisiva. La differenza è evidente e produce un mix interessante, che offre diverse letture di uno show molto elementare. Tuttavia, dove una delle regole estetiche imperanti è proprio less is more, LOL è – volenti o nolenti – un prodotto vincente.

Chi sono i concorrenti di LOL su Prime Video?

Quando parliamo di “scontro generazionale” ci riferiamo alla scelta di comici di diverso stile e diversa età fatta dalla produzione del programma. In effetti tutta l’operazione LOL è un traghettare alcuni elementi storici verso la contemporaneità e il target di giovanissimi. Prima di tutto l’idea di diffondere il programma su una piattaforma normalmente associata alla fruizione di serie tv e film potrebbe essere un modo per reinventare il format televisivo. È innegabile che i ragazzi tendano a stare poco di fronte al piccolo schermo e quasi esclusivamente sui propri device privati. La condivisione dei contenuti non avviene durante la visione, ma dopo, nei giorni successivi. Ma ci arriveremo.

Per questo motivo sono stati scelti alcuni comici noti a un target di millenials e generazione z, che hanno guadagnato la ribalta in rete. Si tratta di Ciro e Fru dei The Jackal, gruppo comico nato nel 2006 e diventato molto popolare nel corso degli anni, tanto da arrivare al cinema (AFMV – Addio fottuti musi verdi, 2017) e in libreria (Non siamo mai stati bravi a giocare a pallone – Così abbiamo aperto un canale Youtube, 2021). Tuttavia il loro habitat naturale e quello in cui – fin ora – meglio riescono è proprio YouTube, dove hanno dato vita a numerosi format e tormentoni.

Michela Giraud e Luca Ravenna. Nonostante si siano guadagnati fama e successo calcando i palchi off della stand up comedy, anche questi due artisti devono molta della loro popolarità al web. Giraud è stato un volto ricorrente del canale YouTube Educazione Cinica e in generale i suoi sketch girano molto sui social (anche se di recente sta vivendo la sua popolarità in tv). Ravenna forse è più prettamente teatrale, ma è innegabile che molto successo della stand up comedy in Italia derivi anche dalla distribuzione degli spettacoli di Louis C.K. & co. su Netflix.

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Tra nuova e vecchia guardia

La tradizione comica italiana è caratterizzata da sempre da grandi nomi, che brillano in qualunque contesto artistico, dal teatro al piccolo e grande schermo. Negli anni Novanta-Duemila, la tv generalista ha ospitato diversi programmi in cui questi personaggi si sono distinti, per arrivare in alcuni casi a staccarsi dal puro ruolo comico ed essere riconosciuti come artisti a 360 gradi. Per esempio, Paola Cortellesi ha esordito con i suoi sketch a La posta del cuore (1998), programma Rai scritto e condotto da Sabina Guzzanti. Successivamente, pur mantenendo un certo tono brillante, si è cimentata (con grandi risultati) anche in ruoli drammatici. Come Lino Banfi, direbbe il grande Nando Martellone.

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Ci abbiamo girato attorno, ma eccoci qui. LOL ha coperto anche questa generazione “storica” di comici invitando a partecipare Caterina Guzzanti, Lillo (del duo comico Lillo e Greg) ed Elio di Elio e le Storie Tese. A differenza dei giovani elencati prima, questi artisti hanno svolto gran parte della loro carriera a teatro e sul piccolo schermo. Guzzanti, la più giovane di una famiglia di comici strepitosi, è amatissima anche grazie al ruolo di Arianna, l’aiuto regia di René Ferretti in Boris. Lillo è un comico puro, che alternato spettacoli teatrali e sketch televisivi, ma anche satira giornalistica (era nel primo gruppo de Le Iene) e teatro canzone (con Latte & i suoi Derivati). Elio, infine, è il front-man di quello che è forse il più importante gruppo di rock demenziale italiano, Elio e le Storie Tese. Con dieci album in studio all’attivo, comparsate cinematografiche e presenze fisse con la Gialappa’s Band, Elio ha portato il non-sense a livelli di puro genio, traghettando e declinando secondo l’umorismo nostrano l’ironia d’avanguardia dei Monty Python.

Infine…

Mancano tre comici all’appello, fanno parte di una fase della storia della comicità italiana in Tv un po’ più recente. Katia Follesa esordisce nel programma tv Colorado Cafè in coppia con Valeria Graci e diventa negli ultimi anni un volto di Real Time. Il suo personaggio è più brillante che comico e gioca un po’ sul tipo umano della donna svampita e imperfetta, che strizza molto l’occhio al pubblico femminile. Frank Matano è un personaggio divisivo, per così dire. La sua comicità è insita più in quello che è piuttosto che in quello che fa. Balza rapidamente in prima serata e collabora con alcuni show televisivi molto popolari, come Le Iene e Italia’s Got talent, ma i suoi esordi sono sempre sul web, toccando anche il gaming. In effetti, per età e percorso, andrebbe di diritto messo nel primo gruppo (quello dei “giovani”), anche se la sua carriera si può definire ibrida.

Infine, Pintus. Come Follesa, Pintus si fa conoscere soprattutto sui palchi di Zelig e Colorado. Il suo è il tipico profilo da cabarettista, un po’ come Lillo ma con uno stile decisamente differente. Come diversi suoi colleghi, anche presenti in LOL, gioca molto della sua capacità di imitare personaggi famosi. Non a caso, durante il programma Amazon Prime Video si è cimentato principalmente nella voce dello chef Antonino Cannavacciuolo, a cui ha fatto pronunciare uno dei tormentoni dello show.

LOL su Prime Video: It’s a meme world

Nell’affiancare queste tre generazioni di comici, LOL rende chiaro come far ridere sia un’arte in costante evoluzione. Ci sono, però, comici che riescono a cavalcare il passare del tempo imponendosi in qualunque contesto e altri che fuori dal web (o del palco da stand up) risultano meno disinvolti, nonostante siano le “nuove leve”. Può anche essere vero ci sia una sana inibizione di fronte ai mostri sacri e che la vera sfida, in un contesto del genere, è sentirsi pienamente in diritto di condividere il palco con “Elio di Elio e le Storie Tese” o “Lillo di Lillo e Greg”.

La scelta di puntare sull’eterogeneità degli artisti sarà senz’altro derivata dalla necessità di colpire un target trasversale, sia dei nostalgici, sia di chi segue il trend, sia di chi reinterpreta il proprio ruolo di fruitore in chiave più attiva. Quello che ha prodotto LOL, più che il valore dello show in sé (su cui ci si può accapigliare tranquillamente sotto un qualsiasi post su Facebook) è una vastissima scia di meme e tormentoni. Nel XXI secolo, nell’era dei social, un prodotto funziona se “memabile”, ovvero se si presta a circolare reinterpretato, reinventato con una carica virale (pessima scelta di termini, in questo periodo, ma tant’è…).

Chi ha vinto davvero LOL? Forse proprio quei comici capaci di creare gag che il pubblico possa prendere e fare proprie. E, dunque, se possiamo individuare una direzione in cui la comicità può avere successo è proprio quella dei meme. Anche qui, niente di rivoluzionario. Da sempre (e alcuni protagonisti di LOL lo sanno bene) il tormentone è alla base della popolarità di un personaggio. Solo che oggi questa tendenza è esplosiva e si inserisce alla perfezione al protagonismo social delle nuovissime generazioni. Non vince chi non ride, ma vince chi rimane.

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Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.