Shining: alcune curiosità sul cult di Kubrick

Nel 1980 Stanley Kubrick diresse Shining, film tratto dal romanzo di Stephen King, pubblicato soltanto tre anni prima. Nonostante abbia ricevuto, al momento dell’uscita nelle sale, critiche contrastanti, la pellicola si è affermata nel tempo come un vero cult movie.
Abbiamo quindi deciso di raccogliere in una lista un po’ di curiosità sul film Shining.

Kubrick e Danny Lloyd

Stanley Kubrick era molto protettivo nei confronti di Danny Lloyd, il ragazzino che in Shining interpretava Danny Torrance. Il piccolo infatti ha dichiarato di aver scoperto solo da adolescente la natura horror del film: “Non mi avevano spiegato la trama, credevo fosse semplicemente un film su una famiglia che abitava in un grande hotel”.
L’unica cosa per la quale ci rimase male fu una promessa non mantenuta, riguardo il triciclo blu usato nelle riprese. Gli avevano assicurato che alla fine del film sarebbe andato a lui, e invece non è mai arrivato.

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I Razzie e il giudizio della critica

Nonostante il successo ottenuto negli anni a venire, al momento dell’uscita Shining non ricevette una grossa accoglienza di pubblico e critica, ed è anche l’unico film del regista a non aver ricevuto candidature né agli Oscar, né ai Golden Globe. Ad accorgersi di Shining invece furono i Razzie Awards, in cui il film figurò con ben due nomination: la Peggior regia a Kubrick e la Peggior attrice non protagonista a Shelley Duvall. Lo stesso King, peraltro, non aveva mai creduto nella Duvall e pure Jack Nicholson, dopo aver letto il romanzo, aveva pensato a Jessica Lange. Alla fine, giustamente, ebbe la meglio Kubrick che era ormai convinto delle sue scelte.

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217 o 237?

Proseguiamo questa lista di curiosità su Shining, parlando di numeri.
Nel romanzo di Stephen King la camera maledetta è la 217, mentre nel film è la 237. Il motivo è piuttosto semplice e, in parte, anche condivisibile. Il gestore del Timberline Lodge (hotel in cui vennero effettuate le riprese) temeva che dopo il film i clienti non avrebbero più voluto soggiornare nella stanza, così Kubrick ne scelse una che non esisteva.

King VS Shining

Non è un segreto ormai: Stephen King rimase deluso dal film di Stanley Kubrick. Precisamente, disse: “È come una grande e bella Cadillac senza motore. Ci si può sedere e si può godere l’odore del rivestimento in pelle. L’unica cosa che non si può fare è guidare”. Tra le tante cose che non gli sono piaciute rientra anche la scelta di Jack Nicholson nei panni di Jack Torrance, poiché aveva sempre giudicato il personaggio come un uomo buono, quantomeno inizialmente. E secondo lui Nicholson non è riuscito a far emergere questo aspetto.

Shining: la miniserie TV

L’avversione di Stephen King nei confronti del film di Stanley Kubrick probabilmente fu persino più grande di quel che lo scrittore diede a vedere. Proprio per prendere definitivamente le distanze dal lungometraggio, King nel 1997 adattò per la televisione una miniserie in tre puntate, diretta da Mick Garris, e questa era obiettivamente più fedele al romanzo.
Lo scrittore apparì inoltre in un piccolo cameo durante la festa nella sala da ballo, interpretando il direttore d’orchestra.
Venne ambientata allo Stanley Hotel, quello che ispirò l’autore nella scrittura del libro.

Jack Nicholson VS Robin Williams e Robert De Niro

Ne avevamo già parlato in un nostro vecchio articolo su alcune delle migliori seconde scelte di casting di Hollywood: Jack Nicholson non è sempre stato l’indiziato numero uno al ruolo di protagonista.
Adesso è un po’ strano pensare al folle Jack Torrance in vesti diverse dalle sue, ma il rischio è stato elevato perché pare che la troupe valutò Robert De Niro e Harrison Ford, per poi quasi convincersi ad affidare la parte a Robin Williams. Non sappiamo come sarebbe stato questo bislacco squilibrato interpretato dalla compianta star, ma senz’altro molto diverso rispetto al Torrance che tutti abbiamo ammirato.

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Kubrick e il “particolare” rapporto con gli attori

Abbiamo detto dell’umanità di Kubrick, in grado di mettere a suoi agio gli attori bambini, a partire da Lloyd, ma con gli adulti come si comportava sul set? Sappiamo che è stato un regista molto esigente e puntiglioso, eppure sembra che i suoi rapporti con Jack Nicholson fossero più che buoni. Diversa invece la situazione con Shelley Duvall, con la quale pare bisticciasse in continuazione ed infatti l’attrice rivelò che per lei girare Shining fu un’esperienza decisamente traumatica, al punto di esaurirsi, ammalarsi e iniziare a perdere i capelli.
Anche il rapporto tra Kubrick e Scatman Crothers, Dick Halloran nel film, non fu idilliaco e l’attore minacciò a più riprese di abbandonare il set. Pure Joe Turkel, il barman Lloyd, ebbe di che lamentarsi: le riprese delle scene del bar durarono tantissimo ed arrivò a lavorare circa 13 ore al giorno.

Jack Nicholson il pompiere

Chiudiamo questa lista con una curiosità su Shining legata ad una delle scene simbolo del film. Prima di ottenere il successo che ha avuto come attore, Jack Nicholson era stato un pompiere volontario. Così, quando nel film dovette rompere la porta con l’ascia, egli ci riuscì fin troppo bene al punto che gli addetti dovettero far costruire una porta più resistente. Per quella scena, peraltro, vennero utilizzate e rotte più di 60 porte.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.