5 storie folli, bellissime e imprevedibili per conoscere meglio Garth Ennis

5 storie folli targate Garth Ennis, per fare la conoscenza di un maestro che sta tornando sulla cresta dell’onda. Anzi, che non se n’è mai andato, ma si sa come vanno queste cose: a volte sei al centro dei riflettori e altre volte un po’ nell’ombra. E ora per il buon Garth è decisamente un buon momento, visto il successo che stanno avendo le serie tv ispirate ai suoi fumetti più famosi. Preacher, ma soprattutto The Boys, mattatore della stagione televisiva da poco terminata nel 2019. Serie che sono diretta emanazione di Amazon Prime, che ci ha investito diversi quattrini e che punta a far sua l’opera omnia dello sceneggiatore proveniente dalla verde Irlanda.Garth Ennis Storie 2Così, per dare qualche imbeccata ad Amazon (ma anche per farvelo conoscere un po’ meglio), abbiamo deciso di stillare una piccola classifica delle 5 storie più folli mai scritte da Garth Ennis. E vi assicuriamo che scremarle è stato un lavoraccio: la follia è un tratto distintivo del suo personalissimo stile.

Storia 1#: Preacher

Tra le storie di Garth Ennis, togliamoci subito il dente e cominciamo con una dritta facile facile, suggerendovi e presentandovi (per quanti di voi non lo conoscessero) quello che viene considerato come il suo capolavoro. Forse non il suo lavoro più maturo, forse non il migliore qualitativamente parlando, ma sicuramente la serie che lo ha lanciato nell’Olimpo, che lo ha fatto conoscere ad un’intera generazione alla ricerca di un fumetto diverso e da idolatrare.

Preacher è tutto questo e molto di più, a partire proprio dal fatto che ha dato vita ad una “maniera” che è pura espressione della follia di Ennis e delle sue storie. In questa saga, infatti, durata ben 66 numeri e considerata una delle pietre miliari dell’etichetta Vertigo, l’autore ha messo insieme quelle che sono le frecce migliori del suo arco: il grottesco, l’umorismo nero, il suo spirito iconoclasta, la sua visione della morale e dell’etica, imbrigliate in una trama che è pura farina del suo sacco.

Preacher ci parla delle peripezie di Jesse Custer, un reverendo dall’animo buono per quanto rissoso e dalla mano pesante, fuso suo malgrado con una mistica entità conosciuta come Genesis che gli ha donato strani poteri. E fin qui ben poco di cui stupirsi, se non fosse che questo Genesis è il frutto depravato della relazione tra un Angelo e una Demonessa. La religione è non a caso un altro dei punti cardini della serie, visto che Jesse sceglie di usare le sue nuove doti per andare, letteralmente, alla ricerca di Dio si è lavato ponziopilatamente le mani dell’umanità. Ad accompagnarlo in questa folle impresa ci sono la sua ragazza Tulip, una killer professionista leggermente ninfomane e Cassidy, un vampiro irlandese alcolizzato e scavezzacollo.

Garth Ennis, signori e signori, in tutto il suo splendore, aiutato dal suo gemello artistico Steve Dillon.

Garth Ennis Storie 3

Storia #2: Il Punitore

La coppia d’oro Garth Ennis/Steve Dillon con le sue storie ha di certo contribuito a rivoluzionare il fumetto americano, dandone una personalissima visione con Preacher. Anzi, hanno fatto la loro parte anche prima, sempre insieme, su Hellblazer. Un’ascesa inarrestabile che li ha portati a diventare degli autori di culto, capaci di sintetizzare uno stile nuovo, diverso e unico, per questo poco inquadrabile all’interno del mercato statunitense, specialmente al termine di Preacher e fuori dai confini della Vertigo.

I supereroi di casa Marvel e DC ai tempi erano ancora poco permeabili alle novità e dunque non sembravano pronti ad accoglierli, nonostante il successo della Jesse band. Senza contare che Ennis mal li sopporta e non ha mai nascosto questa sua insofferenza nei confronti degli eroi in calzamaglia. L’unico che apprezza è un anti-eroe, anzi un vigilante duro e puro: il Punitore.

E proprio per risollevarne le sorti, Ennis e Dillon furono chiamati per “riportare a casa” Frank Castle in una storia chiamata, appunto, “Welcome back, Frank”. Il risultato fu l’inizio di una lunghissima gestione, durata dal 2000 al 2009 e supervisionata dalla leggendaria etichetta Marvel Knights, in cui il personaggio cambiò radicalmente entrando a gamba tesa nel nuovo millennio. Superviolenza, splatter, umorismo, grottesco: tra Ennis e il Punitore l’amore è tale che viene quasi da chiedersi se non siano, sotto sotto, la stessa persona. Della trama non c’è poi tanto da dire: Frank Castle torna a New York dopo la sua parentesi come angelo, si arma di M60 e comincia ad ammazzare i criminali.

E tanto bastò a Garth Ennis per farne un capolavoro.Garth Ennis Storie 7

Storia #3: The Boys

Parlandovi delle storie di Garth Ennis, abbiamo avuto modo di menzionare la sua avversione, in certi casi un vero e proprio odio, nei confronti dei supereroi. Un’avversione manifestata in dichiarazioni spesso sprezzanti e dure, come quella in cui definì “offensivo” Capitan America nei confronti dei veri soldati che negli anni ’40 avevano veramente combattuto la seconda Guerra Mondiale.

E lo ha evidenziato in molte occasione tramite il Punitore, che nella sua lunga gestione ogni volta che incontra altri “colleghi” gli fa fare delle figuracce. È passato alla storia, per esempio, il dialogo tra Frank e Daredevil in una delle primissime storie scritte da Ennis. Ma il vertice di questa insofferenza il buon Garth l’ha raggiunto nella saga che Amazon Prime ha da poco trasposto sul piccolo schermo: The Boys.

The Boys è un autentico delirio dove il nostro sceneggiatore preferito non solo si è divertito a decostruire a colpi di calci negli zebedei i supereroi americani (e l’industria che c’è dietro), ma lo ha fatto elevando all’ennesima potenza la sua cifra stilistica. In The Boys, è tutto così forte, estremizzato e iconoclasta perfino per gli standard delle storie a cui Garth Ennis aveva abituato i suoi lettori, così tanto che la DC, primo editore del progetto, dopo soli sei numeri si trovò costretta a cederlo alla Dinamyte Comics.

Non consigliato a chi soffre di stomaco o è un fan degli eroi in calzamaglia.

Garth Ennis Storie 9

Storia #4: Crossed

Se quello che avete letto fin ora delle storie di Garth Ennis vi ha impressionato, sappiate che non avete ancora visto niente. Può fare di peggio, molto di peggio. E lo ha dimostrato con Crossed, una mini in 10 albi pubblicata da Avatar Press e che si è poi evoluta in una saga complessa e strutturata, con le redini di altri autori.

Ma Crossed nasce da questa diabolica intuizione di Ennis: un mondo dove una pandemia ha trasformato gli esseri umani in killer senza scrupoli e dove qualunque nefandezza può accadere. In questa terra, infatti, un virus ha colpito le persone, un virus che si manifesta tramite una grande eruzione cutanea sulla testa a forma di croce e che annienta i freni inibitori permettendo ai “crossed” di dare vita ai loro pensieri più malvagi. Uccidono, mutilano, stuprano e mangiano le loro vittime senza provare pietà o risentimento.

Questa malattia ha messo in ginocchio i governi e portato la civiltà al collasso. Nel fumetto, seguiamo le disavventure di un gruppo di sopravvissuti che cercano di andare avanti in un mondo che è diventato un orrore. Garth Ennis, aiutato da Jacen Burrows, mette in scena la sua personalissima versione delle storie post-apocalittiche, realizzando una storia stomachevole, violentissima e spaventosa.

Garth Ennis Storie 7

Storia 5#: Jimmy’s Bastards

Ogni volta che Garth Ennis nelle sue storie affronta un genere, finisce sempre per decostruirlo in un tripudio di violenza e cattiveria, ma lo fa aggiungendo qualcosa di suo. Anche perché il suo stile non è fatto solo di ribellione, di iconoclastia dura e pura senza contenuto. Ogni volta, anche nei deliri più chiassosi, emerge quella che è la visione del mondo dell’autore irlandese, una visione che ha molto da insegnarci, soprattutto sulle “ombre” che si nascondono dietro ai miti che veneriamo e omaggiamo. Un esempio di questo è la saga di Jimmy’s Bastards, creata da Ennis per la giovane etichetta americana AfterShock Comics.

La trama è molto semplice: Jimmy Regent è il miglior agente segreto al servizio di Sua Maestà, membro storico dell’M16 nonché seduttore incallito, che agisce in giro per il mondo per mantenere la sicurezza e la pace, come ogni buon uomo licenziato ad uccidere. Le cose cambiano quando scopre le macchinazioni di una spietata organizzazione criminale che ha un solo obiettivo: uccidere Jimmy Regent. Il che sarebbe normale, se non fosse che la suddetta organizzazione è costituita unicamente dai figli illegittimi che Regent si è lasciato alle spalle nel corso della sua lunga carriera…

Garth Ennis prende il genere spy story e lo distrugge a colpi di battute e turpiloquio, mettendo a nudo gli stereotipi bondiani e portandoli all’eccesso.

 

Bonus: Rover Red Charlie

In questo lungo viaggio tra omicidi, preti, bastardi e supereroi ancor più bastardi, vi lasciamo con un piccolo gioiello, probabilmente una delle storie più originali di Garth Ennis. E assolutamente folle, anche se fino ad un certo punto. L’autore irlandese ha una certa predilezione per gli scenari assurdi e per il post-apocalittico, per tutte le ambientazioni capaci di mettere a nudo quella che secondo lui è la natura iperviolenta dello spirito umano. Stavolta, invece, in Rover Red Charlie, Ennis decide di concentrarsi su quello che è lo spirito “animale”, e in particolare quello canino.

Rover Red Charlie, infatti, si concentra sulle conseguenze di un’imprecisata apocalisse che ha fatto collassare la razza umana, con una differenza non da poco: l’intera vicenda è narrata dal punto di vista di tre cani. Tre cani “normali”, costretti a fare i conti con un disastro che non comprendono e che non capiscono, quando tutto quello che vorrebbero (per indole, perché sono cani) è aiutare gli uomini, di cui sono il “migliore amico”, senza però riuscirci.

Un esperimento notevole anche se limitato, assolutamente “folle” nella sua idea e come Ennis lo porta a fondo.

E voi? Quale pensate che siano le storie più folli di Garth Ennis? Fatecelo sapere nei commenti!

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!