Vi raccontiamo i migliori video musicali che hanno preso ispirazione dall’animazione nipponica

La cultura pop contemporanea è sempre più fluida, interconnessa, crossmediale. Le influenze estetiche e stilistiche, ormai, non sono solo interne al medium di riferimento e spesso quelle esterne le superano. La natura stessa dei videoclip musicali è un meccanismo di questo tipo: qui, infatti, la musica si interseca con il visivo, influenzandosi a vicenda e andando a creare un linguaggio intermedio e nuovo. In quarant’anni di carriera i video musicali hanno saputo trasmettere e anticipare tendenze, modi di intendere il presente e introdurre riferimenti culturali che le persone potessero cogliere.

Uno di questi riferimenti culturali, da più di vent’anni sulla cresta di un’onda che non sembra affatto attenuarsi, è certamente quello che riguarda l’animazione, e nello specifico quella proveniente dal paese del Sol Levante. Sono infatti tantissimi i video musicali ispirati agli anime che nel tempo sono comparsi nei canali televisivi dedicati e sulle piattaforme online. Una tendenza che richiama l’attenzione e l’affezione che sempre più pubblico ha verso questo tipo di prodotti ma anche e soprattutto una specifica declinazione stilistica da richiamare e fare propria. Di seguito una selezione dei più belli e importanti.

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Scream – Michael Jackson, Janet Jackson (1995)

Apriamo questo elenco di video musicali ispirati agli anime con un videoclip non animato. La scelta di includere Scream delle due persone più famose della famiglia Jackson, però, è calzante e in linea. L’estetica richiamata non soltanto si inserisce in quelle fascinazioni tipiche delle produzioni animate giapponesi (tra cui spiccano immagine a schermo di Akira) ma anticipa anche quell’asetticità fatta di superfici di plastica liscia tipiche dell’estetica cosiddetta Y2K: quella fascia di cultura popolare sviluppata tra la fine degli anni ’90 e la prima metà dei 2000 che ha definito un decennio di musica pop e conseguentemente di videoclip. Una tendenza che, in linea con la ricorsività ventennale della moda, sta tornando in voga da qualche a questa parte con il cosiddetto hyperpop.

One More Time – Daft Punk (2001)

Scelta telefonata quella di includere il brano di apertura di quella che di fatto è un’opera intera che vive di due grandi riferimenti: la disco music e i manga (e gli anime derivati) di Leiji Matsumoto. One More Time, prima traccia di Discovery, è anche il primo capitolo di quello che è a tutti gli effetti un lungometraggio animato unico, sviluppato lungo i pezzi che compongono il disco, e diretto da Matsumoto stesso: Interstella 5555. Il risultato è la totalità dell’album che fa un doppio giro sulle sue influenze e diventa essa stessa parte di quel contesto animato, colorato e sognante in cui si ragiona sul significato stesso del concetto di popstar immaginandolo in una space opera degna del suo regista. Il resto è storia.

Breaking the Habit – Linkin Park (2004)

Tra le proposte musicali che più hanno fatto dell’ispirazione agli anime una vera e propria vocazione i Linkin Park, specialmente nei loro primi due album Hybrid Theory e Meteora, sono con tutta probabilità il primo nome che verrà in mente alla maggior parte di chi è cresciuto nei primi anni 2000. Breaking the Habit sublima questa intenzione mettendo in primo piano come animatori due dei componenti della band (Mike Shinoda e Joe Hahn) e li affianca a una delle leggende nascoste del panorama anime: Kazuo Nakawa, qui in veste di character designer e regista. Il collaboratore di Shinichiro Watanabe (suo è infatti il character design di Samurai Champloo, restando in tema di punti di collisione tra animazione e musica) e regista di Parasite Dolls riveste i testi strazianti e rabbiosi di Chester Bennington di una pulsante violenza cinetica, che eleva le liriche sposandole in modo efficace.

Kanye West – Good Morning (2007)

Lo dico senza troppi misteri: Kanye West è un genio assoluto. Come la maggior parte delle persone che hanno una personalità geniale, però, è controverso al limite dell’essere ridicolo, dotato di un estro (e di un ego) così grande da superare ben più di una volta la pazzia più deliberata. Bisogna rendergli giustizia su un fatto, però: la sua capacità di anticipare e fiutare i talenti. Un nome su tutti è quello dell’artista, illustratore e stilista Takashi Murakami che oltre ad avere curato l’immagine del rapper per moltissimi anni – ed essere ora uno degli artisti più cool del contemporaneo anche grazie alla spinta Kanye – ha diretto per lui il videoclip di Good Morning. Una versione orsetto del cantante racconta una sua giornata tipo, come solo i due artisti sanno fare. Segnalo, per cronaca, che West e Murakami – insieme a Kid Cudi – stanno lavorando a una serie animata tratta dall’album Kids See Ghosts.

Break the Ice – Britney Spears (2007)

Se anche una icona del pop mondiale, per il suo parziale ritorno sulle scene dopo una serie di momenti infelice, sceglie di ispirarsi in modo diretto all’animazione giapponese vuol dire che un qualche tipo di importanza c’è. Break the Ice è in un certo senso la quintessenza dei video musicali ispirati agli anime: citazionismo spintissimo (a Ghost In The Shell e tantissimi altri prodotti di rilevo) ed estetica che subito porta in Giappone. Qui Britney Spears è un cyborg antropomorfo con una missione specifica: tornare sulle scene, e non lasciare testimoni.

Ps & Qs – Lil Uzi Vert (2017)

Che l’estetica trap si sposi alla perfezione con l’immaginario nerd nelle sue dimensioni più pop, divertite e divertenti è cosa perfettamente nota. Ne è una dimostrazione il rapper americano Lil Usi Vert che ha sempre manifestato la sua ossessione per grandi nomi dell’intrattenimento giapponese come Naruto. In questo video del 2017, Uzi unisce un altro elemento chiave del genere – l’incrocio tra realtà liceali ed emo-pop – e lo frulla in salsa anime: proponendo una realtà che è la nostra ma in cui gli occhi diventano giganti e sulla testa delle persone compaiono i classici indicatori di umore dei manga.

We Appreciate Power – Grimes

Grimes è un’artista che non solo si ispira al cyberpunk, ma che lo vive. Essere la fidanzata di Elon Musk è forse il gesto più retrofuturistico/distopico/corporativo (e controverso) che la cantante potesse fare nella realtà. Realizzare un video come We Apprecitate Power lo è invece nella finzione: le citazioni piuttosto palesi a Neon Genesis Evangelion – seppure non un anime cyberpunk – collocano perfettamente musica e testo in un universo con un’estetica molto precisa. I neon e i sottotitoli multilingua fanno tutto il resto.

You Should See Me In A Crown – Billie Eilish (2019)

Ho già avuto modo di tessere le lodi di Takashi Murakami e la sua importanza nel creare un ponte tra musica, moda e anime quando ho parlato del suo video per Kanye. Rischierei di ripetermi parlando di questo suo video per Billie Eilish per cui mi limiterò a farne risaltare le qualità. Le tecniche di animazione, morphing e sincronizzazione in You Should See Me In A Crown parlano da sole, mentre l’avatar della cantante cambia forma e si moltiplica. Un video che nonostante la sua giovane età è già diventato uno status symbol di una generazione e una rivoluzione estetica percepibile.

FOR YOUR EYES ONLY – Cashmere Cat

Non solo video musicali ispirati agli anime, in questo caso, ma un intero progetto che ruota intorno a questa idea. Princess Catgirl, album di Cashmere Cat da cui è tratta FOR YOUR EYES ONLY, prende infatti ispirazione dichiarata dalle Vocaloid (il gruppo/software di idol computerizzate a cui fa capo Hatsune Miku) per creare una popstar fittizia, digitale e animata che vive in un mondo differente dal nostro e che con il musicista ha composto un album che collega due dimensioni. Interessante è la scelta di realizzare tutto il materiale promozionale, foto e video, usando l’attrice Margaret Qualley per interpretare la principessa gatto.

Spinning – No Rome ft. Charli XCX & The 1975 (2021)

Ho accennato al recente fenomeno hyperpop, quel mischione di estetica anni 2000 che collide con l’immaginario moderno, e non potevo esimermi di inserire un brano facente parte di questa corrente in questa lista. Il produttore inglese No Rome chiama a raccolta l’esponente più in voga del genere, Charli XCX, e il cattivo ragazzo del pop punk britannico Matt Healy della band The 1975 per fare un giro in quello che li ha contaminati e contaminate di più: la spensieratezza degli anime e delle illustrazione di TokiDoki (che pur essendo italiano pesca a piene mani dal Giappone). Un sogno a occhi aperti nella nostra realtà dove i polpi e i pesci sono amici con cui ballare.

Luca Parri
Nato a Torino, nel 1991, Luca studia scienze della comunicazione come conseguenza della sua ossessione nei confronti delle possibilità che offrono i mezzi di comunicazione e ha lavorato come grafico e consulente marketing (lavoro che ha fatto crescere esponenzialmente la sua ossessivo-compulsività per le cose simmetriche e precise). Lo studio gli ha permesso di concretizzare la sua passione per i differenti linguaggi dei media, sperimentando con mano l'analisi linguistica e semiotica; il lavoro gli ha dato la possibilità di provare a inserire la teoria nel pratico. Studio e lavoro, insieme, lo hanno portato a scrivere di, tra gli altri argomenti, grafica pubblicitaria, marketing, comunicazione e comunicazione visiva collegata al videogioco.