The Office: chi ha detto che lavorare in un ufficio sia noioso? Alcune curiosità sulla serie del momento… Otto anni dopo

Quando è andato in onda nel 2005 con sei episodi adattati dall’omonima serie inglese, non tutti avrebbero scommesso sul successo di The Office, ma per fortuna nonostante una partenza non esaltante, NBC continuò a credere nel progetto che è diventato poi uno dei prodotti televisivi più divertenti e famosi degli ultimi anni.

Negli ultimi mesi lo show sembra star vivendo una seconda giovinezza: in molti, per i motivi più disparati, lo hanno scoperto (o riscoperto) durante il lockdown, ad esempio.
La stessa NBC inoltre ha da poco inaugurato la propria piattaforma streaming, Peacock, nel cui catalogo sono presenti tutti gli episodi di The Office, arricchiti di alcuni contenuti inediti e scene tagliate. Per molti degli abbonati dunque il rewatch è scattato praticamente in automatico.

Come se non bastasse, proprio per via dell’arrivo di Peacock, Netflix USA ha dovuto rimuovere la serie dal proprio catalogo, che infatti dallo scorso 31 Dicembre non è più presente. Anche in questo caso, molti degli abbonati alla piattaforma hanno approfittato della situazione per scoprire la serie, o per riguardarla per l’ultima volta.

Il risultato è che nel mese di Dicembre 2020, The Office è stato il prodotto più guardato in streaming, superando perfino un colosso come The Mandalorian.

Stiamo insomma parlando di un prodotto assolutamente in salute, e che a quasi dieci anni dalla sua conclusione (e a oltre quindici dalla sua prima messa in onda) sembra avere ancora molto da dire. E la chiave del suo successo è possibile trovarla anche attraverso una serie di curiosità sullo show che abbiamo cercato di raccogliere in questo articolo. Iniziamo.

Lo sceneggiatore è… Toby

Lo sceneggiatore principale della serie, fino alla quarta stagione, è stato il suo autore, Greg Daniels. Daniels è uno degli autori più prolifici di Hollywood, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente delle comedy. Ha lavorato su Saturday Night Live, sulla serie animata King of the Hill e più di recente ha co-creato Space Force, la serie Netflix con Steve Carell. Principalmente però è stato uno degli autori più divertenti de I Simpson. Alcuni episodi memorabili, tra cui quello sul matrimonio di Lisa e quello in cui Bart vende la sua anima a Milhouse, sono stati scritti proprio da lui. Greg Daniels però dopo la quarta stagione di The Office decide di passare il testimone per avere più tempo per lavorare a un’altra sua creatura, la comedy Parks and Recreation. Così il nuovo sceneggiatore della serie diventa… Toby.

Paul Lieberstein ha mantenuto le redini della serie fino all’ultima e conclusiva stagione, nuovamente sceneggiata principalmente da Greg Daniels. Ma il buon vecchio Toby non è l’unico degli attori ad aver scritto (e diretto) diversi episodi. Molti membri del cast si sono voluti cimentare con la scrittura, un processo quasi naturale, dato che tutti venivano più o meno dalla stessa scuola: John Krasinski (Jim Halpert), Mindy Kaling (Kelly Kapoor), Angela Kinsey (Angela Martin) ed Ellie Kemper (Erin Hannon) ad esempio sono tutti stati stagisti per lo show di Conan O’ Brien. Alcuni degli episodi più memorabili dunque sono stati scritti proprio da loro tre, Brian Baumgartner (Kevin Malone), Ed Helms (Andy Bernard) e Rainn Wilson (Dwight Schrute). Due su tutti, Diversity Day, scritto da BJ Novak (Ryan Howard), e Casino Night, scritto addirittura da Steve Carell ( Michael Scott).

Una vera e propria gemma della serie è però uno dei ruoli più demenziali: Mose Schrute, il “particolare” cugino di Dwight, è interpretato da Michael Schur, un altro dei principali sceneggiatori dello show.

È possibile comprare carta Dunder Mifflin

The Office è ambientato nell’ufficio di un’azienda che produce e vende carta. Nella versione originale inglese si tratta della Wernham Hogg a Slough, in Gran Bretagna. In quella statunitense la compagnia attorno alla quale ruota tutta la serie è la Dunder Mifflin Paper Company di Scranton, Pennsylvania.

In entrambi i casi si tratta ovviamente di aziende fittizie, ma per quanto riguarda The Office US, con una indovinata strategia di mercato, Comcast (proprietaria della CBS, che trasmetteva lo show) ha affidato in licenza il marchio a Staples, uno dei più noti venditori di articoli di cancelleria americani, che dunque ora vende e produce prodotti brandizzati Dunder Mifflin tramite Quill.

Oltre alle risme di carta vere e proprie, i prodotti sono in linea con lo spirito della serie: i post-it colorati sono i “Diversity Notes”, e in generale sono presenti richiami alla serie un po’ ovunque.

Steve Carell non voleva davvero lasciare la serie

Steve Carell è stata una delle colonne portanti dello show e uno dei personaggi assolutamente più memorabili della serie e forse delle comedy in generale, per sette lunghe stagioni. Il suo addio a The Office è stato un duro colpo per i fan, e sebbene le ultime due stagioni abbiano comunque riservato diversi momenti divertenti e importanti per la serie, è innegabile che la sua sia stata un’assenza pesantissima.

Ma perché l’attore ha deciso di lasciare? Per la verità non c’è stato un episodio netto, non è che Carell si sentisse confinato in una comedy che ormai gli stava stretta, né c’è stata una rottura di sorta con la produzione. Durante un’intervista, Steve Carell disse che la settima stagione di The Office probabilmente sarebbe stata la sua ultima. Non che avesse davvero intenzione di lasciare lo show, era semplicemente un pensiero lasciato probabilmente sfuggire quasi involontariamente. Non tutte le serie TV durano così a lungo, e Carell davvero non aveva idea di quante stagioni ancora fossero previste della serie. Ciò nonostante, aveva pur sempre detto pubblicamente che probabilmente sarebbe andato via. Quello che davvero gli fece decidere di lasciare fu la risposta pressoché nulla da parte della produzione.

Nessuno lo chiamò per chiedergli spiegazioni o quali fossero le sue reali intenzioni, probabilmente perché non diedero troppo peso alle sue parole, convinti che avrebbero rinnovato il suo contratto senza troppi sforzi. Carell interpretò invece quei silenzi come indifferenza, come se non fosse un problema una sua partenza in quanto non indispensabile, e si convinse ad andare via per davvero. Insomma, un grosso equivoco che avrebbe potuto risolversi con una semplice telefonata. È andata così.

Bloopers, risate, lacrime, scene improvvisate

Se siete fan della serie e ancora non l’avete fatto, andate subito a cercare i blooper delle varie stagioni di The Office, perché alcuni sono veramente imperdibili. In poche altre serie (ci viene in mente Friends e poco altro) è possibile percepire l’affiatamento e l’affetto che c’è tra i vari membri del cast attraverso i vari errori sul set. John Krasinski in particolare usciva spessissimo dal personaggio per via delle risate che Steve Carell gli faceva fare sul set. Uno dei blooper più famosi e divertenti è quello della puntata della cena a casa di Michael e Jan. La scena in cui Michael mostra la minuscola TV al plasma a Jim e Pam è stata girata un numero infinito di volte perché nessuno riusciva a rimanere serio.

Un’altra scena in cui John Krasinski non riusciva a smettere di ridere è quella dell’episodio natalizio in cui Kevin si siede sulle gambe di Michael. La scena avrebbe dovuto concludersi con il classico sguardo in camera di Jim, ma l’attore non riusciva a rimanere serio, e alla fine la scena è stata girata senza di lui. Nella scena andata in onda però è rimasta un’inquadratura di Mindy Kaling che proprio non riesce a trattenere le risate.

Un altro blooper “storico” riguarda una delle cosiddette cold open, le scenette iniziali che generalmente introducono l’episodio. Nell’episodio in questione, Dwight era seduto su un pallone d’allenamento, illustrandone le caratteristiche a Jim, che per tutta risposta prende un paio di forbici e glielo sgonfia. La scena è stata girata diverse volte, e nelle prove il pallone si era sempre semplicemente sgonfiato, ma nessuna delle riprese era abbastanza buona da poter essere utilizzata. Finché in una nuova take, quando John Krasinski colpisce con le forbici il pallone, quest’ultimo letteralmente esplode, facendo cadere a terra Rainn Wilson rovinosamente. Se guardate attentamente la scena, potete notare la reazione assolutamente sorpresa e quasi spaventata di Krasinski, ma la scena è stata talmente naturale che alla fine è proprio quella che è stata scelta in fase di montaggio.

L’addio di Michael è stato un altro dei momenti memorabili della serie, e girare alcune delle sue scene finali non è stato facile. Quella del saluto tra Michael e Pam è stata totalmente improvvisata, non essendoci scritto nulla nel copione, ad esempio. Jenna Fischer (Pam Beesly) ha raccontato di aver semplicemente detto a Steve Carell quanto abbia apprezzato lavorare con lui e quanto le sarebbe mancato. Il saluto tra Jim e Michael invece è stato girato innumerevoli volte per stessa ammissione dei due attori. Tra i due c’è infatti un sincero rapporto d’amicizia, ed a turno scoppiavano a piangere e non riuscivano a terminare le loro battute.  

Molto più che colleghi

Molto spesso ci si chiede se quelli che in una serie TV sono molto amici, lo siano poi davvero anche nella vita reale, e in effetti quello di The Office è un cast particolarmente affiatato per una serie di ragioni. Una delle ragioni è che – come abbiamo detto – la writers’ room è composta da molti degli attori protagonisti, per cui è difficile trovare scene non concordate, o comunque non gradite dal cast, ad esempio.

Parte del merito poi è sicuramente da attribuire a Steve Carell, da molti indicato come una delle persone più piacevoli di Hollywood, le cui innate doti comiche e le cui qualità umane riuscivano sempre ad allietare l’atmosfera sul set, anche durante le fasi di lavoro più concitate.

Alcuni degli attori invece si conoscevano già da parecchio. John Krasinski e B J Novak ad esempio sono amici da una vita, e quest’ultimo raccontò il loro rapporto durante un’ospitata nel talk show di Ellen Degeneres. I due si conoscono dai tempi della scuola, erano nella stessa squadra di baseball giovanile, e nel salotto della casa in cui è cresciuto B J Novak c’è una foto di quella squadra in cui John Krasinski è presente, ma lui stesso no, perché assente durante il giorno in cui fu scattata. Lo stesso B J Novak è molto amico di Mindy Kaling, con la quale ha anche avuto una relazione. I due sono rimasti in ottimi rapporti, tanto che lui è anche il padrino di sua figlia.

Angela Kinsey è nella vita la miglior amica Jenna Fisher, tanto che le due hanno anche iniziato a condurre un podcast insieme, chiamato proprio The Office Ladies, che va tuttora in onda. L’attrice per anni è stata anche cognata di Paul Lieberstein (Toby) avendone sposato il fratello Warren, anch’egli produttore e sceneggiatore della serie.

Creed Bratton nella parte di Creed Bratton

Ogni personaggio di The Office ha una sua particolarità e, chi più, chi meno, tutti hanno alcune caratteristiche volutamente esagerate. Nessuno però è più assurdo del personaggio di Creed Bratton.

Creed Bratton è infatti un musicista che ottenne un discreto successo negli anni ’60 con la rock band The Grass Roots, che hanno venduto oltre 20 milioni di dischi in tutto il mondo. Nello show interpreta una versione fittizia di sé stesso, con cui infatti condivide il nome e il passato da musicista.

Creed in teoria si occupa del controllo qualità, se non fosse che nessuno l’ha mai assunto per quel ruolo. Semplicemente si è presentato un giorno in ufficio e ha iniziato a lavorare. E man mano che si sviluppa la serie, emergono inquietanti tratti del suo personaggio: è cleptomane, usa nomi falsi in continuazione, vive nell’ufficio, spesso appare confuso e racconta episodi palesemente inventati. “Ma ha anche dei difetti”, si direbbe oggi.

Il suo personaggio è stato creato appositamente per lo show americano, dato che in quello inglese non c’è un suo corrispettivo, e tutto è nato dalla volontà del musicista e attore di partecipare alla serie TV.

Creed adorava infatti la versione di Ricky Gervais, e in una precedente esperienza televisiva ha lavorato con Ken Kwapis, che era stato scelto come regista dell’episodio pilota della serie americana. Inizialmente il regista era riuscito a trovargli un posto come comparsa, ma l’attore voleva far parte dello show a tutti i costi, e così scrisse da sé alcuni dei monologhi che spesso i personaggi della serie recitano davanti alla telecamera. Li ha girati e li ha fatti vedere a Greg Daniels che ne rimase folgorato.

Gli sceneggiatori hanno dunque iniziato a dargli sempre più linee di dialogo, e sempre più surreali, come se fosse una sorta di jolly a cui riservare i momenti più assurdi. E beh, ha funzionato alla grande.

Un’infinità di guest star

Scrivere la lista completa di attori e personaggi famosi che hanno fatto almeno una comparsata in The Office richiederebbe un articolo a parte, per cui qui vi offriremo solamente una carrellata dei più rappresentativi.

Abbiamo visto Amy Adams nella prima stagione nei panni di una venditrice di borse; la moglie di Steve Carell, Nancy, che ha interpretato Carol, l’agente immobiliare di Michael; Conan O’ Brien interpretare sé stesso in un semplice cameo nella seconda stagione.

Nell’ambito delle sitcom, Yvette Nichole Brown e Ken Jeong di Community pure sono apparsi in due episodi, così come Melissa Rauch, che molti ricorderanno come Bernadette di The Big Bang Theory, ha interpretato la compagna di stanza di Pam quando quest’ultima dà alla luce il primo figlio.

Ci sono però alcune comparsate davvero geniali. Va senza dubbio menzionata quella di Ricky Gervais, il creatore dello show originale (la versione inglese, andata in onda per due stagioni) in cui interpretava il regional manager David Brent, che incontra all’uscita dell’ascensore proprio il suo omologo nella versione americana, Michael Scott.

Geniale poi la partecipazione di Jessica Alba, Jack Black e Cloris Leachman, che non hanno recitato nella serie in sé, ma appaiono in un film (ovviamente fittizio) scaricato illegalmente da Andy.

Il noto comico e presentatore americano Steven Colbert appare in collegamento video come Broccoli Rob, uno degli ex componenti del gruppo a cappella di Andy. Jim Carrey ha una piccolissima scena nei panni di uno dei candidati alla posizione di regional manager.

E anche se non li si può considerare cameo, visto che sono stati presenti in diversi episodi, vale la pena menzionare anche Idris Elba, per sette episodi nei panni del vicepresidente della Dunder Mifflin, Charles Miner, e Will Ferrell, che per quattro puntate è stato Deangelo Vickers, il nuovo regional manager al posto di Michael Scott.

Un ufficio molto diverso

Nel corso degli anni sono state diffuse, sia dalla produzione, sia dai protagonisti stessi, alcune interessanti informazioni sui provini, e col senno di poi se alcuni fossero andati in porto staremmo parlando di uno show molto diverso.

Moltissimi attori hanno infatti raccontato di aver effettuato un provino per qualche parte: Bob Odenkirk (Better Call Saul) ad esempio, è stato molto vicino alla parte di Michael Scott. L’attore poi ha anche recitato nella serie, interpretando in un episodio un manager molto simile al personaggio di Steve Carell. Per il ruolo di Michael sono stati in lizza anche nomi importanti come Paul Giamatti, Louis CK, Hank Azaria e Jason Segel.

Seth Rogen aveva fatto un provino per il ruolo di Dwight, così come Patton Oswalt. Anche Nick Offerman aveva tentato di ottenere diversi ruoli e per fortuna piacque molto a Greg Daniels, che infatti lo ha scelto per Parks and Recreation. Un’altra storia a lieto fine è quella di Eric Stonestreet, che aveva fatto il provino per il ruolo di Kevin, e che una volta scartato è finito per diventare uno dei protagonisti di Modern Family.

Anche gli attori che poi sono stati effettivamente scelti per le loro parti, inizialmente hanno rischiato di essere scelti per ruoli diversi: Rainn Wilson aveva fatto il provino per Michael Scott, mentre i produttori volevano convincere John Krasinski a recitare la parte di Dwight. Angela Kinsey infine avrebbe dovuto essere Pam.

Directed by J.J. Abrams

Come dicevamo, alcuni episodi della serie sono stati scritti e diretti dagli stessi attori. Dietro la macchina da presa però non si alternavano soltanto i protagonisti dello show, ma si sono cimentati con diversi episodi di The Office anche alcuni dei nomi che adesso sono tra i più importanti in circolazione a Hollywood.

Qualche esempio? J.J. Abrams, Joss Whedon, Jon Favreau, Harold Ramis, Paul Feig, Jason Reitman, Marc Webb, hanno tutti diretto almeno un episodio della serie, chi perché fan dello show, chi come semplice guest star.

Il compianto Harold Ramis ad esempio era un grande fan della serie, e ha diretto ben quattro episodi, tra cui il doppio episodio natalizio della terza stagione. Abrams ha diretto “Cocktails”, sempre della terza stagione.

Whedon ha firmato la regia di due episodi, nelle stagioni 3 e 4 e Jon Favreau ne ha diretto uno dell’ultima stagione.

C’è vita dopo The Office?

La maggior parte degli attori protagonisti di The Office era alla prima esperienza attoriale importante: per alcuni è stato l’inizio di un brillante percorso, per altri invece è rimasto il picco della carriera artistica. Quello che è certo è che lo show ha lanciato definitivamente la carriera di Steve Carell, che era già un attore piuttosto affermato, avendo girato Una Settimana da Dio e avendo già lavorato con Woody Allen. Il 2005 però per lui fu un anno di grazia con la popolarità che gli hanno dato The Office e 40 Anni Vergine, che negli Stati Uniti ebbe grandissimo successo. Oggi è uno degli attori comici e drammatici più noti al mondo, e recentemente è tornato a lavorare nel mondo delle serie TV con The Morning Show per Apple TV+ e soprattutto con Space Force, la serie Netflix sceneggiata dallo stesso Greg Daniels, con il quale è tornato a lavorare a distanza di dieci anni dalla conclusione della sua esperienza in The Office.

L’altro grande nome uscito da The Office è senza dubbio quello di John Krasinski, che è considerato una delle menti più brillanti di Hollywood: a lui si deve l’idea per la sceneggiatura di Manchester by the Sea (due premi Oscar), ed è il regista e protagonista di A Quiet Place, uno dei film horror più interessanti degli ultimi tempi, il cui sequel è in arrivo a brevissimo. Krasinski è anche il protagonista di Jack Ryan, la serie action di Amazon e spessissimo si parla di lui in ottica Marvel. Vedremo.

Amy Ryan (Holly) ha ricevuto una nomination al Premio Oscar come Migliore Attrice non protagonista per Gone Baby Gone.

Rainn Wilson (Dwight) ha avuto diverse parti minori in molte produzioni, ed è la voce di Lex Luthor nei prodotti d’animazione DC. Recentemente ha partecipato alla serie di Amazon Prime Video, Utopia.

Anche Ed Helms (Andy) è un nome noto delle commedie americane: lo ricorderete nella trilogia di Una Notte da Leoni.

Mindy Kaling si è affermata sia nella recitazione che nella scrittura: è autrice di The Mindy Project e di Never Have I Ever, per Netflix, e ha lavorato anche con Disney (è la voce di Disgusto in Inside Out).

Jenna Fischer (Pam) conduce ora un podcast proprio su The Office insieme ad Angela Kinsey; BJ Novak ha recitato in Inglorious Basterds, Saving Mr. Banks e The Founder; Leslie David Baker (Stanley) sta cercando di finanziare tramite crowdfunding uno spin-off sul suo personaggio; Ellie Kemper (Erin) è la protagonista di Unbreakable Kimmy Schmidt; Paul Lieberstein (Toby) sta producendo una serie sul lavoro in ufficio durante il lockdown; Phyllis Smith (Phyllis) è stata la voce di Tristezza in Inside Out, e ha recitato in The OA per Netflix; Oscar Nunez (Oscar), Kate Flannery (Meredith) e Brian Baumgartner (Kevin) hanno collezionato ruoli da guest star in diverse serie TV.

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Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.